Il Glaucoma è una malattia oculare caratterizzata da un danno progressivo del nervo ottico, che è la connessione tra l’occhio e i centri nervosi cerebrali dove devono arrivare le informazioni visive.
La causa del danno al nervo ottico consiste principalmente nell’aumento della pressione interna dell’occhio che provoca schiacciamento e cattiva irrorazione sanguigna del nervo ottico stesso e riduzione del flusso assonico.
La pressione interna dell’occhio, i cui valori normali sono compresi tra 10 e 20 mmHg, aumenta perché il liquido chiamato umore acqueo, che è prodotto in continuazione all’interno del bulbo, incontra una anomala difficoltà a defluire verso l’esterno attraverso le normali vie anatomiche predisposte.
Il danno al nervo ottico, se non diagnosticato e curato, comporta in definitiva una riduzione permanente della vista, ma oggi le terapie mediche, parachirurgiche e chirurgiche consentono un buon controllo della malattia, soprattutto se la diagnosi viene fatta non appena si avvertono i primi segnali.
I fattori di rischio del Glaucoma
- Valori di pressione endoculare: l’incidenza del glaucoma aumenta esponenzialmente con la pressione intraoculare
- Familiarità: se i genitori sono affetti da glaucoma il rischio è 2 volte; se lo sono i fratelli 3 volte
- Età: l’incidenza del glaucoma aumenta linearmente con l’età
- Fattori oculari che indicano un nervo ottico più suscettibile: miopia, emorragie o atrofia della retina intorno alla papilla
- Vasospasmo: 48% dei glaucomi normotensivi soffrono di emicrania
- Ipotensione arteriosa o altri fattori vascolari (malattie cardiovascolari, diabete, maggiore viscosità del sangue).
I sintomi del Glaucoma
Nella sua forma più frequente (glaucoma cronico ad angolo aperto) il glaucoma è una malattia subdola perchè quasi sempre “asintomatica”. Solo nelle fasi tardive, quando il danno al nervo ottico è ormai avanzato si manifestano evidenti difficoltà visive.
Le alterazioni iniziali, che non possono essere rilevate se non con specifici esami strumentali (campo visivo), consistono in aree di ridotta sensibilità della percezione luminosa, che pian piano diventano zone cieche del campo visivo. Se non diagnosticato e curato per tempo il glaucoma può compromettere la maggior parte delle fibre ottiche costituenti il nervo ottico con grave danno funzionale, giungendo nei casi più estremi alla cecità completa.
La frequenza di glaucoma
Secondo recenti studi il 2% della popolazione italiana sopra i 40 anni soffre di glaucoma, con una maggiore prevalenza al Nord (48%), seguito dal Sud (28%) e dal Centro (24%). Nei prossimi anni ci si aspetta un aumento della malattia del 33% dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione.
Le forme di glaucoma
Esistono molti tipi di glaucoma e i più frequenti, pur con le loro numerose varianti, sono: il glaucoma cronico ad angolo aperto e il glaucoma da chiusura dell’angolo.
Nel glaucoma ad angolo aperto, l’umore acqueo incontra difficoltà a fuoriuscire dal bulbo per un anomalo infittimento della struttura che deve attraversare per lasciare l’occhio (una specie di filtro chiamato “trabecolato”). Questo provoca un costante, e spesso non elevatissimo aumento della pressione interna dell’occhio.
Nel glaucoma da chiusura d’angolo è invece la parte più periferica della nostra iride (la posizione colorata del nostro occhio) che va a “tappare” in modo più o meno brusco e più o meno completamente la zona dove l’umore acqueo fuoriesce dal bulbo (“l’angolo” appunto) che per ragioni anatomiche si presenta più acuto (o “stretto”) del normale. L’aumento della pressione può essere anche improvvisa e raggiungere valori molto elevati.
Altri tipi di glaucoma, sebbene più rari dei precedenti, sono: il glaucoma a bassa pressione, dove si producono i danni al nervo ottico pur con valori pressori compresi nei limiti di “normalità”; il glaucoma congenito che, comparendo subito dopo la nascita, comporta sintomi precoci e specifici (fastidio alla luce, lacrimazione).
La diagnosi del glaucoma
Proprio perché spesso il glaucoma si presenta in assenza di sintomi, sono importanti esami e test specifici adatti per una corretta diagnosi.
Gli esami principali per giungere alla diagnosi di glaucoma sono:
- Dati anamnestici, cioè l’indagine sulla storia personale e familiare (esiste una sicura familiarità);
- Misurazione della pressione oculare (effettuata con l’apposito strumento detto tonometro). Questo esame è indolore e rapido;
- Gonioscopia cioè l’esame dell’angolo della camera anteriore, per valutare l’ampiezza e la pervietà delle vie di deflusso dell’umore acqueo;
- Esame del fundus consente l’ispezione diretta del nervo ottico, per valutarne un eventuale alterazione o danneggiamento;
- Campo visivo, cioè l’esame computerizzato della porzione del mondo esterno visibile da un singolo occhio in posizione fissa, e della sensibilità alla intensità luminosa nei vari punti testati;
- Pachimetria, per misurare lo spessore della cornea.
- OCT, un esame molto sofisticato che misura il grado di sofferenza delle fibre nervose e l’escavazione papillare.
Esistono indagini specifiche svolte da specialisti che servono ad analizzare le fibre nervose della retina ed il nervo ottico. La loro utilità consiste nel permettere di giungere ad una diagnosi precoce della malattia glaucomatosa.
Il trattamento del glaucoma
Il trattamento del glaucoma si basa essenzialmente sulla riduzione della quantità di umore acqueo all’interno dell’occhio, abbassando quindi la pressione endoculare, che può essere ottenuta con farmaci, con il laser o con la chirurgia. Il colliri miotici agiscono sulla pupilla, restringendola; i beta bloccanti riducono la produzione di umore acqueo da parte del corpo ciliare; i simpaticomimetici adrenergici incrementano il deflusso trabecolare e uveosclerale; gli alfa 2 agonisti adrenergici riducono la produzione di umore acqueo, i derivati dalle prostaglandine e prostamidi incrementano il deflusso uveosclerale; gli inibitori della anidrasi carbonica riducono la produzione di umore acqueo.
Ogni farmaco ha quindi un particolare meccanismo di azione a livello della circolazione e/o della produzione dell’umore acqueo. Il galucoma è però una malattia multifattoriale dove tra i fattori che la provocano vi è l’alterazione della pressione endoculare, ma non solo. Per questo è importante una diagnosi precoce tramite visite frequenti e approfondite.
Inoltre sempre più attenzione viene posta alla protezione delle fibre nervose che costituiscono il nervo ottico. Tra le sostanze con effetto neuroprotettivo troviamo il Forskolin, per uso orale, che attraverso la stimolazione dell’enzima adenilato ciclasi, interviene su bersagli multipli e ha dimostrato sia un’attività ipotonizzante, che di stimolazione della sopravvivenza delle cellule ganglionari retiniche.
L’associazione di Forskolin con Rutina, la quale ha un’azione antiossidante e vasoprotettiva, e con vitamine del gruppo B, ad azione neuroprotettiva diretta, rappresenta un’opportunità di integrare la terapia topica tradizionale. Inoltre anche Brimonidina 0,2% in collirio, oltre all’azione ipotensiva, ha dimostrato effetto neuroprotettivo.
L’ultima novità per il trattamento del Glaucoma, infine, è il trattamento con un laser selettivo, SLT, che agendo sul trabecolato, la parte dell’occhio deputata al deflusso dell’umore acqueo, stimola questa struttura a riprendere appieno la sua funzione, riducendo drasticamente la pressione intraoculare, potendo così ridurre, ed in molti casi abbandonare, l’utilizzo dei colliri.