La nuova lente fachica che corregge anche la presbiopia

LA NUOVA LENTE FACHICA CHE CORREGGE ANCHE LA PRESBIOPIA


Di pari passo con i progressi tecnologici e i notevoli passi avanti della ricerca scientifica che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, anche nell’ambito dell’Oftalmologia l’evoluzione in fatto di materiali e tecniche specifiche permette oggi di correggere in maniera sempre più semplice ed efficace le diverse tipologie di difetti della vista.

La più recente novità in questo ambito è rappresentata dalla lente IPCL – Implantable Phakic Contact Lens, letteralmente “Lente a Contatto Fachica Impiantabile”, una nuova soluzione reversibile per la chirurgia refrattiva che permette di correggere non soltanto la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, ma anche la presbiopia. «È una lente che in Inghilterra è già utilizzata da un po’ di tempo con ottimi risultati, e ora cominciamo a usarla anche in Italia», conferma il dottor Carlo Orione, Medico Specialista in Oftalmologia e Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, A.I.M.O..

«Le lenti IPCL rappresentano una soluzione ottimale qualora mancassero i presupposti per utilizzare il laser – quindi in presenza di una cornea troppo sottile, di un difetto refrattivo particolarmente elevato, o di una sindrome dell’occhio secco, che il laser andrebbe ad aggravare – ma anche un ulteriore passo avanti rispetto alle precedenti lenti intraoculari ICL, già utilizzate da diverso tempo per correggere gli stessi difetti refrattivi. Finora, infatti, si poteva correggere la presbiopia solamente attraverso un intervento di cataratta e con l’inserimento delle lenti multifocali dentro l’occhio, mentre le lenti IPCL non necessitano l’asportazione del cristallino. Sarebbe infatti privo di senso andare ad asportare un cristallino sano per permettere ad esempio a una persona di 50 anni di vederci bene da vicino senza la necessità di portare gli occhiali». La chirurgia necessita sempre un’attenta valutazione da parte del chirurgo ma, tranne nei casi di cataratta, la chirurgia refrattiva è una scelta del paziente.

«Serve almeno un anno di stabilità refrattiva, ciò significa che il paziente deve avere più di 21 anni, cioè l’età che bisogna attendere per assicurarsi che la progressione del difetto refrattivo sia effettivamente ferma», sottolinea il dottor Carlo Orione, Presidente della Societá Internazionale delle nuove tecnologie in Oculistica, I.S.H.O.. «L’importante è sottoporre il paziente a un approfondito esame preoperatorio attraverso una topografia corneale, che ci permetta di misurare tutti i valori necessari per realizzare l’inserimento delle lente sotto l’iride e davanti al cristallino senza problemi di spazio e di mobilità. È un intervento che dura pochi minuti, si fa con un’anestesia topica, quindi esclusivamente con la somministrazione di qualche goccia di collirio, ed è al 100% reversibile: significa che in qualsiasi momento della propria vita, qualora ce ne sia necessità – come ad esempio in vista di un ulteriore intervento, o in seguito a un cambiamento del difetto refrattivo – si può togliere la lente e tornare alle condizioni precedenti l’intervento. Il recupero della perfetta visione si avrà entro due o tre giorni dall’intervento, ma già il giorno seguente il paziente è in grado di vedere senza problemi».


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